Dalla nascita del piccolo Adolf Hitler in terra di Boemia fino all’incendio del Reichstag e la sua presa di potere. Questa storia narra la nascita di Adolf Hitler fino alla sua ascesa a Fuhrer svelando curiosità e aneddoti della vita di uno dei personaggi più complessi della storia dell’umanità. Lo spettacolo si basa sull’utilizzo di documenti per cui nulla è inventato e attraverso il racconto brechtiano si trasforma in un racconto quasi favolistico sull’origine del male. La vicenda, proseguendo nella parte centrale dello spettacolo, si snoda nella Germania degli anni trenta fornendo uno spaccato degli effetti del regime nazionalsocialista sul popolo con le sue luci e le sue ombre. Ed è proprio nell’ombra che nasce la Weisse Rose, la Rosa Bianca, protagonista dell’ultima parte dello spettacolo, il movimento studentesco cristiano, primo gruppo di resistenza universitaria, che ha avuto il coraggio di opporsi al nazismo nella Monaco di Baviera del ‘42. Dopo un’assidua opera di volantinaggio e propaganda i componenti della “Rosa Bianca” furono scoperti, arrestati e condannati a morte con un processo farsa nel giro di qualche ora. Vennero tutti decapitati tra il febbraio ’42 e il novembre ’43.
Non è un finale patetico: i ragazzi hanno lasciato un esempio che verrà perseguito da altri giovani e che anche per noi, rimane forte testimonianza di partecipazione civile e politica.
Canto della Rosa Bianca è un ode non celebrativa a una delle esperienze più significative di resistenza al nazismo.
LA GENESI
Il documentario teatrale “Canto della Rosa Bianca” nasce dal lavoro di ricerca di Maurizio Donadoni diventato in seguito strumento di didattica teatrale insieme alla Classe del Triennio 2012/2015 dell’Accademia dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, costituitosi al termine degli studi come Compagnia dal nome Indole Teatro. Sulla scena viene trasposta l’atmosfera dei primi anni del ‘900: le trasformazioni di quella compagine sociale passando dalle avanguardie artistiche alle teorie politiche. La sinergia del gruppo attoriale, come fosse un unico corpo o, all’occorrenza, una simultaneità di voci, riporta l’euforia della modernità e le paure del singolo individuo nel caos dell’anonima società di massa.
Lo spettacolo facilita la comprensione degli eventi storici legati all’ascesa del nazismo accompagnando gli spettatori e studenti in un percorso di scoperta dei processi di evoluzione storica e inoltre, così com’è concepito, attraverso la figura del narratore, una vera e propria figura mediana, avvicina le nuove generazioni al linguaggio teatrale, spesso così lontano dalla loro quotidianità. Gli attori, attraverso il racconto brechtiano, riducono al minimo gli elementi secondari e la scenografia per porre al centro dell’attenzione la vicenda nei suoi termini essenziali, e si appellano a quella fondamentale partecipazione del pubblico per la ricostruzione storica della vicenda attraverso l’elemento metaforico e metonimico in scena. Lo spettacolo pone la centralità dell’attore che utilizza il suo corpo e la sua voce attraverso elementi performativi, canti e cambi di ritmo, cosi che si passa repentinamente dal riso alla tristezza, dalla riflessione storica al confronto con la contemporaneità. Indole Teatro racconta e ricorda il coraggio che ha reso straordinaria la vicenda di quei ragazzi di ieri. Lo fa con la consapevolezza delle problematiche presenti nella società d’oggi e con la forza attoriale che solo uno spettacolo corale sa dare: una voce sola che urla come l’essere umano, anche in tempi disumani, possa emergere dalla massa e rimanere persona, in eroica semplicità.